di Daniela Patruno
Quando parliamo di futuro del lavoro immediatamente pensiamo alle esperienze problematiche degli ultimi anni e agli scenari che si sono venuti a formare per cercare di risoverle. Con la finalità di marcare il presente, Modus ha svolto alcune ricerche presso i propri clienti e presso esperti di sviluppo organizzativo operanti in aziende internazionali. Ne sono emersi alcuni spunti importanti tradotti in pratiche effettive. La prima ha riguardato
l’importanza di condividere la cultura organizzativa così da dare il senso agli obiettivi ed ai comportamenti necessari per adattarsi alle continue emergenze.
Il continuo aumento di reattività richiesto alle aziende e l’apertura sempre più diffusa verso l’innovazione digitale, hanno portato alla rivisitazione dei processi e delle relative responsabilità. In un panorama dove cresce la necessità di trovare un equilibrio tra l’apprendimento continuo di nuove competenze e il consolidamento e la manutenzione delle vecchie, sono venuti in superficie elementi di riflessione o di problematicità. Vediamoli insieme:
Il rapporto con il lavoro sta comportando una diversa attenzione al committment. La genesi di questa mutazione è da cercarsi nella ridotta prospettiva temporale dei lavoratori. E’ un futuro sempre meno prevedibile e questo ha un impatto sul turnover, specie dei talenti
La digitalizzazione, anche se da un lato è vissuta come esperienza innovativa, in realtà non facilita la ricerca di nuove idee e soluzioni
L’attenzione a nuove tutele dell’individuo. Sempre più si sente il bisogno di trovare una work-life balance.
Ecco che allora l’attenzione al benessere, cioè al caring diviene un’area di intervento di primaria importanza.
Fondamentale quindi supportare il sistema organizzativo, fatto di persone, aiutandole ad orientarsi all’interno di sistemi sempre più complessi e cangianti.
Qui si pone immediatamente la domanda del “che fare”?
Alcune risposte:
• Costruire ed offrire spazi per riflettere e sostare
• Ripensare allo stile di leadership che deve essere aperto alla necessità di creare legami forti con i propri collaboratori per condividerne il cammino e garantirne la giusta motivazione. Una direzione disponibile all’ascolto attivo, pronta a ragionare in termini di flessibilità organizzativa e di valorizzazione del singolo
• Rivedere il sistema di riconoscimento delle potenzialità e di misurazione delle prestazioni così da renderli coerenti con le caratteristiche distintive aziendali.
Tutto questo è “caring”:
Interventi in strumenti specifici, investimenti di comunicazione e di pensiero, potenziamento del welfare: per rispondere concretamente ed in modo trasparente alle esigenze del singolo all’interno del quadro specifico d’impresa.
Alla base di tutto – è questo forse il cuore dello sviluppo organizzativo fin qui realizzato – c’è stata indubbiamente l’acquisizione di una consapevolezza, da parte dell’imprenditore e del top management, dell’importanza di una visione dell’organizzazione quale “fattore abilitante” l’efficacia del business.
Fondamentale è stato in particolare l’apprendimento di come intervenire sull’architettura macro e micro-organizzativa (dagli organigrammi ai profili professionali di ruolo) in modo flessibile e “adhocratico”
Le azioni di welfare possono comprendere interventi di coaching e o di counseling individuali o di gruppo, azioni formative che supportano la crescita delle potenzialità e/o del rinforzo delle nuove competenze, senza tralasciare azioni di reverse mentoring per lo scambio di esperienze e di reciproco riconoscimento.
L’obiettivo è la valorizzazione del singolo e dei team, grazie ad un approccio “well being” cioè con modalità capaci di sostenere un ambiente dinamico, orientato a coniugare la competitività aziendale, con l’attenzione al benessere. Si tratta di azioni a supporto che sanno incidere favorevolmente sul clima aziendale e molto utili nell’ aiutare a superare momenti di fragilità o di transito a livello del singolo/gruppo, così da ritrovare energia e spazio alla progettualità.
In ultima analisi, possiamo dire che le operazioni di people caring e welfare aziendale richiedono coerenza con le esigenze organizzative e gestionali dell’impresa stessa. Si tratta di misure innovative ma che devono essere considerate un addendum a quelle di gestione retributiva, sempre necessarie, ormai non più sufficienti nel mondo lavorativo moderno.
Comments